Decreto sicurezza bis: barbarie contro diritti e libertà. Tintinnar di sciabole. Lavoreremo per contribuire a una grande manifestazione nazionale

COMUNICATO STAMPA
La rete delle Città in Comune esprime totale dissenso – e forte allarme sociale, civile, umanitario – nei confronti del Decreto Legge 53/2019, in materia di ordine e sicurezza pubblica, il cosiddetto “Decreto sicurezza bis”.

La sua approvazione, posta con la fiducia, segna un ulteriore passaggio buio nella storia democratica del nostro paese.

Il Decreto, approvato in via definitiva lo scorso 5 agosto, va a completare un chiaro disegno politico già avviato con l’approvazione del primo “Decreto Sicurezza”, Legge 132/2018.

Il nuovo decreto prevede 18 articoli suddivisi in due parti.

La prima riguarda i diritti delle persone migranti, il soccorso in mare e le Organizzazioni non governative. Continua la strategia anti umanitaria, che ci costringe a rivendicare ciò che dovrebbe la norma in un paese civile: l’umanità e il rispetto del diritto internazionale.

Questo quadro devastante e inquietante per impedire di fatto un’opposizione di merito su tutto ciò che questo governo NON sta facendo, o sta facendo, appunto, tragicamente male.

Pensiamo alle imprese che chiudono, alla crisi che morde, alle morti sul lavoro che avvengono ormai quasi quotidiane mentre il governo taglia i fondi per la sicurezza sul lavoro, alle continue devastazioni dei territori dovute al dissesto idrogeologico. E l’elenco potrebbe continuare, ma lo si  derubrica e cancella dal dibattito pubblico – anche – con tutta l’attenzione mediatica sulla chiusura dei porti, e sull’accanimento su migranti e chi li soccorre.

La spacciata legalità quindi? Guarda caso men che meno si parla del processo in corso per i 49 milioni rubati dalla Lega e ancora non concluso.

La seconda parte del decreto riguarda invece l’ordine pubblico e le manifestazioni sportive: al pari del primo Decreto Sicurezza, dietro la propaganda, l’attacco alle persone migranti e la tutela della “nostra sicurezza”, vengono inserite misure repressive che cambiano radicalmente la visione di ciò che normalmente viene definito “ordine pubblico”.

Quello che ne consegue è un chiaro disegno repressivo sociale verso qualunque tipo di manifestazione o contestazione, e l’idea che passa è quella chemanifestare il proprio dissenso può essere pericoloso, in particolare manifestarlo in piazza.

Ci viene da pensare che la costruzione di questo vero e proprio “braccio armato” nasca dalla consapevolezza che l’efficacia della propaganda avrà una fine, e probabilmente sarà proprio la prossima finanziaria a rompere quella che viene raccontata come una luna di miele della Lega con il popolo italiano. Insomma una “guerra preventiva al dissenso” che – come sottolineato già da molti – non si vedeva da tempi lontani e che non avremmo pensato potessero essere rievocati.

Ci troviamo infatti davanti a un totalmente stravolgimento dei principi della nostra Carta Costituzionale e dell’intero assetto democratico del Paese.

Ad essere in pericolo non sono solo i diritti umani, ma l’intera vita democratica.

Sono tante le voci che si stanno levando contro questa ennesima azione dal sapore eversivo, singole e di organizzazioni che ne riconoscono la gravità.

Sappiamo che – oltre alla blanda o semi inesistente opposizione parlamentare – in questo paese esiste un’opposizione concreta a partire dai territori, fatta da tutte quelle persone, realtà, reti, associazioni, partiti che quotidianamente si oppongono al tipo di società che ci vogliono imporre a colpi di fiducia in Parlamento e di narrazioni tossiche.

E’ necessario però fare rete, quindi ad azioni condivise, costanti e coordinate, per poter arrivare ad un grande appuntamento nazionale che non si limiti ad essere rappresentazione di piazza, ma che sia risultato di un percorso che rafforzi e rinsaldi quei legami necessari per sconfiggere prima culturalmente e poi elettoralmente le forze reazionarie che in questo momento ci governano.

Come Rete delle Città in Comune lavoreremo su tutto il territorio nazionale affinché non siano violati i principi della nostra Carta Costituzionale (nei consigli, nei territori diffusamente ecc).

È sempre più necessaria una opposizione politica e sociale a questo Governo e alle sue politiche liberiste e razziste. Unire e connettere le mobilitazioni contro le grandi opere, l’autonomia differenziata, i decreti sicurezza è oggi quindi più che mai importante. Noi ci saremo e lavoreremo per costruire appuntamenti diffusi in tutte le città verso una grande manifestazione nazionale

 

7 agosto 2019

Rete delle Città in Comune

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