La Rete delle Città in comune aderisce alla manifestazione del 1 novembre contro l’attacco alla Siria e in solidarietà con il popolo kurdoa

Manifestazione contro l’attacco turco in Siria e pro popolo curdo venerdì 1° novembre a Roma. Adesione della Rete delle Città in Comune. Non molleremo nelle istituzioni e sui territori. Si gridi con forza la necessità di fermare la barbarie.

La Rete delle Città in Comune aderisce, e parteciperà con molti degli amministratori e amministratrici pubbliche che ad essa fanno riferimento, alla manifestazione nazionale di domani venerdì 1 novembre a Roma contro la guerra scatenata dalla Turchia in Siria, l’invasione del nord est del paese da parte di Ankara, e in difesa del popolo curdo nonché di tutte e tutti coloro che in questi anni hanno dato vita nella regione a forme di governo democratiche, rispettose dei diritti civili e sociali, nonché hanno combattuto – non certo solo per loro, ma per tutta la comunità internazionale – la follia del cosiddetto stato islamico.

L’attacco turco – che tiene sotto “ricatto” su tutti l’Unione Europea – è evidentemente motivato da volontà di sostituzione etnica, va contro ogni benché minimo diritto internazionale, rischia (o meglio dà certezza) di una ripresa della minaccia ISIS, e sta provocando esodi di profughi e moltissime vittime civili.

Per quanto nelle nostre possibilità, siamo stati fra i promotori di un appello – sottoscritto da centinaia di sindaci e consiglieri/e comunali – di condanna dell’attacco turco e a difesa del popolo curdo, nonché della presentazione di ordini del giorno nella stessa direzione nei consigli comunali ove presenti (solo per citarne alcuni: Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Trento, Molfetta, Ancora tra gli altri).

Insieme alle tante e tanti che militano in associazioni, movimenti, partiti, singoli che saranno a Roma vogliamo testimoniare con forza che c’è chi dice no a questa barbarie, che il popolo curdo non è solo, e che la comunità internazionale smetta il “risiko” degli interessi geo politici di parte e venga fermatadefinitivamente la guerra, si effettui il ritiro immediato delle truppe della Turchia dal Nord – Est della Siria, venga istituita una No-Fly-Zone nel Nord – Est della Siria sotto l’egida delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, si schieri una forza di interposizione, si interrompa subito la cooperazione militare e diplomatica dell’Italia e dell’Unione Europea con la Turchia, si proceda alla creazione di un corridoio umanitario per l’evacuazione delle persone ferite dalle zone di guerra.

E dopo tanti anni di colpevole silenzio, si faccia ogni pressione possibile per arrivare alla liberazione di Abdullah Ocalan e di tutti i prigionieri e le prigioniere politici rinchiusi nelle carceri turche.

Rete delle Città in comune

30/10/2019

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