COMUNICATO – Mentre assistiamo nel più completo silenzio da parte dei Governi che si sono succeduti al montare del dramma sociale della precarietà abitative e del bisogno di una casa a canone sociale, esploso in maniera devastante con la crisi economica di questi anni, scopriamo che esiste un vero e proprio “tesoretto” stimabile in almeno 1.7 miliardi di euro, che giace da anni inutilizzato presso Cassa depositi e Prestiti o alcune Regioni e Comuni, oppure utilizzato per altri tipi di intervento che non hanno nulla a che fare con la realizzazione di case popolari.
Stiamo parlando dei cosiddetti fondi ex Gescal, versati dai lavoratori fra gli anni sessanta e metà anni novanta, e che potrebbero essere subito destinati alle politiche dell’abitare. Una situazione assolutamente scandalosa: per questo abbiamo lanciato, come Rete delle Città in Comune e Unione Inquilini, una vera e propria campagna, presentando anche ordini del giorno in tutti i consigli comunali in cui siamo presenti, per chiedere al governo, alle Regioni e agli enti locali, di utilizzare subito questi fondi per l’acquisizione di nuovo patrimonio edilizio pubblico, o rigenerazione ristrutturazione di quello esistente da destinare a case popolari.
Per dare una risposta ad una delle vere emergenze sociali del nostro paese. In questi anni abbiamo infatti assistito all’esplosione della morosità, per il 90% incolpevole, all’aumento degli sfratti esecutivi e delle sentenze di sfratto, e nel contempo all’aumento esponenziale del costruito e delle case sfitte.
21Insomma a politiche che hanno favorito la rendita e la speculazione edilizia piuttosto che la risposta ad un bisogno sociale. Le risorse ci sono e vanno utilizzate, il resto sono solo dichiarazioni di principio di cui chi vive questo dramma non sa che farsene.
Rete delle Città in Comune – Unione Inquilini
21 novembre 2019