Patrimoniale, riforma fiscale e protagonismo dei Comuni. E’ l’ora di una nuova giustizia fiscale e sociale. ORDINE DEL GIORNO DELLA RETE DELLE CITTA’ IN COMUNE

Il nostro paese sta vivendo la peggiore crisi economica dal 1929, e forse della sua storia. La pandemia va a innestarsi senza soluzione di continuità con la stagnazione di lungo corso iniziata nel 2008. Gli effetti della crisi pandemica sui redditi dei ceti meno abbienti sono sotto gli occhi di tutti: 5 milioni di italiani, pari cioè l’8% della popolazione, non riescono a mettere il pranzo insieme con la cena, mentre 9 milioni (il 15% della popolazione residente) devono ricorrere all’aiuto di parenti e amici per sopravvivere (fonte Censis).

Una volta sollevati anche gli ultimi ostacoli di ordine legale e politico ai licenziamenti, le imprese che hanno conservato una forte liquidità grazie al sostegno del governo cominceranno a licenziare migliaia di lavoratori e lavoratrici su tutto il territorio nazionale. Le conseguenze saranno devastanti per l’occupazione. Inoltre, nel pieno della grave crisi sanitaria economica e sociale, la sperequazione dei redditi ha ricevuto una straordinaria impennata, come tante fonti autorevoli hanno sottolineato nei mesi e nei giorni scorsi (dalla BCE, a Bankitalia, a Oxfam al Censis). La sperequazione dei redditi, con la crisi sanitaria ha raggiunto nuovi livelli che sono inaccettabili.

Come è ormai chiaro ai più, la crisi pandemica ha assicurato addizionali e straordinarie opportunità di profitto e di rendita per interi settori industriali e per molte imprese, come pure per singole figure imprenditoriali e finanziarie. Da più parti, si pensi alle dichiarazioni del premio Nobel Stiglitz e all’economista francese Piketty, si sono levate voci favorevoli a una tassazione straordinaria per quelli che appaiono come profitti straordinari, o extra profitti. Nell’ambito della discussione sulla legge di bilancio chiediamo che i profitti dei nuovi e redivivi “pescecani” del Covid 19 vengano colpiti in misura straordinaria. Invochiamo cioè una tassazione straordinaria per una rendita e dei profitti straordinari. Al governo e al Parlamento chiediamo di attivare un percorso che includa anche l’impegno di una fattiva discussione e collaborazione con i vari governi europei per il recupero dell’evasione da parte di imprese globali (come nel settore dell’e-commerce e dell’informatica) che già prima del 2020 per molti anni avevano evaso ed eluso il fisco.

E’ ora di chiudere con le politiche liberiste e le logiche di austerity dei patti di stabilità, avviando al contempo una vera e reale lotta ad una evasione fiscale da 120 miliardi di euro l’anno a fronte di una tassazione irrisoria e tra le più basse d’Europa su grandi patrimoni mobiliari e immobiliari.

Per cui chiediamo al governo e al Parlamento di dare attuazione ai dettami costituzionali , introducendo nuovi parametri di tassazione per i grandi patrimoni e di sgravare contestualmente i redditi più bassi. Una patrimoniale avrebbe il compito di assicurare un gettito maggiore e introdurre un tassello nel processo di revisione dell’ingiusto, insostenibile e inefficace sistema fiscale italiano.

Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno da presentare nei consigli comunali in cui chiediamo al Parlamento di inserire le seguenti misure nella legge di bilancio:

  1. Una Covid Tax, cioè nuove imposte ad hoc sugli extraprofitti della pandemia, che riteniamo sia da concertare anche in sede europea e internazionale (con USA e Cina)
  2. una tassa patrimoniale che vada a incidere sui redditi di varia natura e sui patrimoni, come primo passo di un percorso di riforma del fisco
  3. Politiche di sostegno e finanziamenti adeguati agli enti locali, con la sospensione di qualsiasi vincolo di spesa
    Non si tratta solo di giustizia sociale, ma dell’unico modo che alla crisi sanitaria si sostituisca un dramma sociale senza precedenti. Se nulla sarà come prima, dovrà esserlo in meglio, non con il rendere permanente la barbarie

La Rete delle Città in Comune

11 dicembre 2020