Stop Fiscal Compact, la Rete delle città in comune e Attac scrivono ai sindaci

Ai Sindaci e ai Consiglieri Comunali

A fine 2017, cinque anni dopo la sua approvazione, il Fiscal Compact deve essere valutato dai Parlamenti nazionali e potrebbe, in seguito a valutazione positiva, essere inserito nell’ordinamento europeo, divenendo giuridicamente superiore alla legislazione nazionale e rendendo irreversibili le politiche d’austerità.

Se dovesse essere confermato, il Fiscal Compact prevederà per il nostro Paese l’obbligo nei prossimi 20 anni a portare il rapporto debito-PIL dall’attuale 132% al 60% con un taglio annuale della spesa pubblica di 50 miliardi.

Le conseguenze sistemiche di queste politiche sono sotto gli occhi di tutti: un forte aumento della povertà assoluta, della disoccupazione, dell’abbandono scolastico precoce, delle persone che devono rinunciare alle cure sanitarie, delle disuguaglianze.
Ma è negli Enti Locali che i vincoli del trattato, trasmessi dai vincoli di bilancio e dal taglio dei trasferimenti, scaricano il massimo di negatività.

Sono sempre di più i Comuni e le Regioni, privati di una vera autonomia, costretti a ridurre, anche drasticamente, servizi essenziali, ad aumentare il carico fiscale e tariffario in particolare sulle fasce a basso reddito, a svendere beni immobili, a privatizzare le aziende comunali.

Lo sanno bene i Sindaci e i Consiglieri Comunali, che a contatto diretto con la popolazione si trovano ad essere l’ultimo anello di una catena che sta imprigionando le fasce più deboli della società.

La valutazione degli effetti del Fiscal Compact non può, perciò, essere lasciata al solo Parlamento. Le comunità locali, che più hanno sofferto per questa politica, devono essere parte integrante della valutazione, prendere parola e partecipare al processo di valutazione.

Per questo ci rivolgiamo ai Sindaci e ai Consigli Comunali perché, in difesa delle popolazioni che rappresentano e del loro diritto a ricevere cure e servizi, si uniscano all’appello al Parlamento affinché l’Italia, nell’ambito di una valutazione negativa delle conseguenze del Fiscal Compact, si ritiri dal trattato, si opponga, in ogni caso, alla sua introduzione nella legislazione dell’Unione Europea e promuova un’ampia discussione per una politica economica di uscita dall’austerità.

Vi chiediamo quindi di aderire, come la Rete delle Città in Comune ha già fatto, alla petizione al Parlamento promossa da Attac Italia e altre associazioni della società civile e di approvare nei Consigli Comunali Ordini del Giorno in tal senso.

Rete delle Città in Comune – ATTAC – Italia

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