Elezioni Provincia di Pisa: le nostre motivazioni per non presentarsi e l’impegno per l’abrogazione della legge Delrio

Il prossimo 8 gennaio andranno a rinnovo gli pseudo consigli provinciali previsti dalla legge 57/2014 meglio nota come legge Delrio. Questa legge che avviava l’estinzione eutanasica dei consigli provinciali eletti a suffragio universale, era per sua esplicita ammissione una legge transitoria. A proposito delle Province, infatti, il comma 51 dell’unico articolo che costituisce la legge, recita testualmente: In attesa della riforma del titolo V della seconda parte della Costituzione e delle relative norme di attuazione, le Province sono disciplinate dalla presente legge.

In prima istanza è abbastanza curioso che una legge disciplini qualcosa in attesa di altre norme, e comunque le attese di Delrio e soprattutto dell’ex presidente del consiglio Renzi ci sembra che siano state sonoramente disattese dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre!

Ci domandiamo quindi come leggere coerentemente proprio con l’espressione della volontà popolare la pseudo scadenza elettorale per eleggere gli pseudo consigli provinciali. La speranzosa legge Delrio prevede infatti una elezione di secondo livello riservata esclusivamente ai consiglieri comunali ed ai sindaci dei comuni della provincia, elezione oltretutto condita da un voto ponderato (comma 76) sulla base di un indice determinato in base alla consistenza demografica del comune di appartenenza. Detto in altri termini il consigliere di Vecchiano conta meno del consigliere di San Giuliano e conseguentemente contano o “pesano” meno i cittadini di Vecchiano rispetto a quelli di San Giuliano, a loro volta meno “pesanti” di quelli di Pisa e così via.

Con questo nobile meccanismo, di sapore vagamente feudale, in Provincia di Pisa si andrebbe a pseudo-eleggere un consiglio di 12 componenti (erano 30 quando si eleggeva a suffragio universale) con buona pace della rappresentatività politica, ma soprattutto territoriale!

Tornando alla nostra Carta Costituzionale, ci chiediamo quale sia l’ipotetica coerenza della legge Delrio, alla luce dell’esito referendario: se le Province sono rimaste di diritto uno dei capisaldi dell’architettura istituzionale della Repubblica democratica, dove è andata a finire la sovranità popolare dell’art. 1 della Costituzione?

Noi continuiamo a credere che la legge Delrio sia una pessima legge, che ha introdotto guasti e prodotto frustrazione nelle lavoratrici e nei lavoratori delle Province, che ha ingenerato confusione senza minimamente incidere sui problemi che tutt’ora sentono i territori, dalla manutenzione delle strade a quella delle scuole, alle competenze in materia di ambiente. Una legge che tuttavia un esito percepibile lo ha avuto: aver ridotto ai minimi termini l’esercizio di verifica e controllo, fondamentale in democrazia, da parte dei cittadini tramite i loro eletti nei consigli.

Per noi queste sono motivazioni largamente sufficienti per non presentare liste alle pseudo elezioni del prossimo gennaio, ma invece prodigarsi con tutti i mezzi per sottoporre al vaglio della Corte Costituzionale il provvedimento raffazzonato, anti democratico e demagogico rappresentato dalla legge Delrio

Andrea Tessitori Calcinaia Bene Comune

Davide Castagni Fabbri Un Comune per Tutti , Peccioli

Francesca Grassi Rifondazione Comunista, Terricciola

Francesco Auletta Una Città in comune – Rifondazione Comunista, Pisa

Lara Biondi Rifondazione Comunista, Vecchiano

Luca Barbuti L’altraSanGiuliano

Marco Ricci Una Città in comune – Rifondazione Comunista, Pisa

Marianna Bosco Per una svolta in Comune , Casciana Terme – Lari

Michele Antognoli L’altraSanGiuliano

Stefano Landucci, Possibile – Green Italia, Pisa

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