Eleggere i sindaci col 40%  dei voti ? Il PD (e soci) si inventa il sindaco di minoranza pur non perdere il potere. Scacco alla democrazia. La proposta va ritirata!

Comunicato stampa

E il PD si inventò il “sindaco di minoranza”, fatto che sarebbe comico se non fosse tragico. Al “Nazareno” hanno avuto evidentemente pensato che sei i loro candidati rischiano – come successo nelle precedenti tornate elettorali – di perdere in quasi tutte le città dove si andrà al voto, il problema si risolve semplicemente: si cambia la legge e si stabilisce (come fa la proposta di legge in questione) che col 40% permetterebbe di eleggere il sindaco al primo turno, evitando i ballottaggi, in queste ore in iter in Parlamento. Semplice, lineare no?

Se non fosse che questo è uno schiaffo bello e buono alla democrazia, alla rappresentatività dei sindaci, all’uguaglianza del voto dei cittadini, con evidenti profili di incostituzionalità, e per giunta predisposta a pochi mesi dalla prossima tornata amministrativa. Profili come li aveva l’Italicum, che sostanzialmente replicava questo meccanismo, Italicum che è stato infatti in buona parte bocciato dalla Consulta.

Ma non solo questo, c’è qualcosa di più profondo: leggi che dovrebbero stabilire le “regole del gioco” fatte secondo calcoli di parte, tentativi di vittorie di minoranza, non possono che portare discredito al lavoro parlamentare e minare la credibilità di amministrazioni comunali che così dovessero venir elette, e quindi della politica nel suo complesso.

Alla faccia della lotta all’astensionismo e a chi soffia sul fuoco dell’anti politica. Una proposta di legge – relatore un uomo di Verdini, salda stampella politica del PD anche in questa occasione – che fa comprendere come la lezione del referendum costituzionale sia stata del tutto ignorata. Un colpo di mano in spregio alle più elementari regole democratiche tentato per il mantenimento del potere “purché sia”.

Ancor più grave – se arriverà in fondo all’iter – se venisse approvato con il voto di fiducia. Noi che siamo presenti in tanti consigli comunali del nostro paese, e rappresentiamo liste ed esperienze politiche che della partecipazione e del rispetto di un effettiva rappresentatività e rappresentanza democratica delle assemblee elettive fanno punti irrinunciabili, noi che la democrazia abbiamo a cuore, ci opporremo con forza in ogni sede – istituzionale e non – a questa proposta di legge, invitando tutti a fare altrettanto.

Chi torce la volontà popolare per interessi di bottega, come è scopertamente il caso, va contrastato e respinto. Questa proposta di legge va ritirata !

La Rete delle Città in Comune

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